venerdì 17 aprile 2020

L'anziano eroe

Racconto collettivo di Simone, Sofia, Oreste, Christian

Tanto tempo fa, in un paese abbandonato e sconosciuto a molti, alquanto silenzioso e buio,viveva un anziano signore. Era un uomo con una folta barba bianca e lunga, il viso era segnato dal tempo. Inoltre era molto riservato e amava vivere in solitudine. Di solito faceva lunghe passeggiate fino ad arrivare su una collina dove si soffermava sotto un albero di quercia ad ammirare il paesaggio silenzioso. Un giorno, però, la sua pace venne interrotta dal ruggito di un animale stranissimo: metà leone e metà cavallo.

Ad un tratto gli si avvicinò e lo strano animale gli rivolse la parola: ” Vecchio, ti informo che tu sei il prescelto per salvare questo paesino dall'attacco del Signore Oscuro!” Il vecchio era sbalordito e confuso, perciò rispose:” Ma come? Io sono vecchio e non ho né la forza né i mezzi”. Lo strano animale rispose:” Io ti starò accanto aiutandoti con il  coraggio e la forza di un leone, e la velocità e l’astuzia di un cavallo. Il tuo compito è quello di salvare il Sacro Crocifisso, con il potere assoluto, sotto l’altare del Convento, prima che lo rubino i soldati del Signore Oscuro e lo usino per distruggere il mondo; devi inoltre avvisare i pochi abitanti del paese, di scappare, affinché si salvino. L'animale consegna tre pietre, ognuna delle quali contiene tre magie da poter utilizzare: 1) il FUOCO, 2) la FORZA DEL VENTO, 3) la FORZA DELL’ACQUA; 
“Utilizza con grande responsabilità ognuna di queste magie” raccomandò l’animale e se ne andò. 

L’uomo rimase solo con le tre pietre in mano e pensò quale fosse la prima cosa da fare…. Subito si risolvette e decise di avvisare la popolazione dell’imminente pericolo. Si recò dunque in paese e gridò agli abitanti di non uscire di casa. A questo punto dovette risolvere la questione dello scontro.
Salì su una collina e lì incontrò i suoi avversari. Un gruppo di soldati armati lo aspettavano agguerriti e pronti a distruggerlo. Fu in quel momento che l’anziano uomo avvertì una forza interiore tale da poterli sconfiggere. I soldati iniziarono a lanciargli spade e pietre addosso, gli urlavano contro e lo deridevano. L’uomo guardò le sue mani e usò la prima pietra magica in possesso, “la forza del vento”, che come un boomerang tornò indietro; poi usò la “forza del fuoco”, tante fiamme si alzarono dal terreno e bruciarono i piedi dei soldati; infine usò la “forza dell’acqua”, vennero tutti inghiottiti da un vortice potente . Sbalordito e incredulo restò solo, ma non per molto, da lontano si sentirono delle voci… 


Il signore oscuro arrivò insieme ai suoi tirapiedi, 
Avevano un aspetto orribile. Il signore oscuro disse con una voce cupa e stridula "mettiti da parte vecchio, il crocifisso mi appartiene." Il vecchio era terrorizzato ma intenzionato a difendere fino alla morte il crocifisso, allora estrasse la sua spada e sfidò l'orrenda creatura ad un duello. 
Il signore oscuro era molto potente e vedendo quel povero uomo rise di gusto e accettò la sfida. Raccolse la potenza del male estremo intorno a lui e la scagliò verso il povero uomo che cadde a terra esanime. A questo punto giunse l'intervento di una lucciola, amica del Leone-cavallo, che sparse sul vecchio uomo una polvere magica che aveva il potere di far ringiovanire gli uomini e dotarli di magia. L'uomo si alzò, si sentiva bello forte e potente. Sollevò le mani verso il sole e raccolse la luce e la forza, la scagliò contro l'oscuro signore disintegrandolo. 
I suoi seguaci sparirono nelle tenebre. Il Crocifisso fu salvo, il paese libero e gli  uomini uscirono dalle case per festeggiare e ringraziare il loro eroe.

Un'avventura avventurosa

Racconto collettivo di Chiara, Miriam, Francesco, Matteo



In Africa vive un ragazzino  di nome Alfonso, lui aveva 9 anni, ed era alto e molto magro. Lui aveva dei capelli neri, corti e molto ricci. La sua pelle è molto particolare, perché è nera, ma talmente tanto che sembra cenere. Lui ha tanti amici, nel suo quartiere talmente tanti, che ha perso il conto. Lui però ha un debole, quello del calcio , gli piace  talmente tanto che tutti i giorni , va a giocare al campo di calcio con tutti i suoi amici. Alfonso all’inizio non sapeva giocare tanto bene, così Tomas il suo migliore amico, (visto che andava a lezione di calcio ) gli insegnò a giocare per bene. passarono gli anni e Alfonso diventò sia un bel ragazzo, che un buon giocatore di calcio, adesso era diventato invincibile, a tutte le partite che giocava vinceva sempre . Un giorno mentre si stava allenando sua madre lo chiamò dicendogli che c’era una lettera che gli mandava lo zio dall’ America. Allora  il ragazzo diciottenne andò a prendere la lettera e l’aprì. All’inizio vide che c’erano soltanto parecchi soldi , ma poi vide una mappa raccolta per benino in un angolo della busta la prese e quando la ebbe aperta vide che c’era un sentiero da percorrere e dietro la lettera c’era scritto :”Caro Alfonso so che ormai sei grande e visto che ormai a me non mi manca tanto tempo alla morte voglio darti questa mappa trova il tesoro e tienitelo stretto quando lo troverai. Da allora la vita di Alfonso non sarà più la stessa, così decise di partire con il suo amico Tomas.
  
Alfonso preparò una sacca con cibo e indumenti, e lui e il suo amico Tomas partirono verso il luogo della grande croce rossa. I caratteri dei due ragazzi erano totalmente diversi , Alfonso era testardo e continuava sempre nella strada mentre Tomas rifletteva su ogni cosa e cercava di dare sempre aiuto ad Alfonso , era il suo braccio destro … Dopo 10 minuti che erano partiti dal villaggio Tomas si fermò e fece un sospiro, dopo espresse con un filo di voce : - Alfonso ricordi quella ragazza Gilda che abbiamo conosciuto al campo estivo ? Alfonso fece un cenno con la testa , così Tomas continuò dicendo :- Lei voleva per forza trovare un tesoro , e se la voce si fosse diffusa al villaggio lei ci potrebbe ostacolare ! Alfonso cercò di tranquillizare il suo amico dicendogli che se si fossero sbrigati c’è l’avrebbero fatta ...Forse Tomas non aveva tutti i torti perchè Gilda era venuta a conoscenza del tesoro ed era partita subito dopo di loro per superarli e tenere il tesoro tutto per se . Alfonso tratteneva molto bene la preoccupazione , ma sapeva cosa stava per succedere . 

Tomas e Alfonso però arrivarono contemporaneamente e incominciarono a discutere in alta voce, strattonando Gilda in modo da far valere le loro intenzioni che erano quelle di allontanare definitivamente Gilda dicendogli di scordarsi di ciò che aveva trovato perché oltre ad essere un tesoro enorme, aveva un grande valore affettivo poiché apparteneva ad un vecchio caro zio dell'America. 

Mentre cercavano di allontanare Gilda, da lontano arrivò un vecchio saggio del villaggio che era stato richiamato dalle grida dei ragazzi .
Il vecchio saggio riuscì a portare la calma spiegando a Gilda che non poteva appropriarsi delle cose altrui. 

Gilda piangendo se ne andò, Alfonso e Tomas riuscirono a vedere il tesoro ma non se ne appropriarono perché era una grandissima statua d'oro che apparteneva a tutto il villaggio, era stata nascosta dallo zio di Alfonso durante una guerra. Adesso il compito di Alfonso e Tomas era portare la statua nel villaggio

La sfida infinita

Racconto collettivo di Clarissa, Michele, Stefano, Ilaria, Marco e Stano.

Davvero complimenti ai nostri sei scrittori per aver confezionato un avvincente racconto fantasy

C'era una volta un cavaliere di nome Federico che abitava in un castello. Aveva gli occhi marroni, i capelli biondi ed era il cavaliere più forte e coraggioso di tutto il Paese. Era anche il più ricco: aveva molte spade, ognuna diversa dall'altra e molte armature potentissime. Una addirittura in diamante! Ma aveva un rivale. Il cavaliere Riccardo. Egli era un cavaliere molto potente, quasi come Federico. Aveva anche lui un bellissimo castello, armature e spade di tutti i tipi ma non era ricco come Federico. Erano rivali per un solo motivo: le battaglie. Nessuno riusciva a sconfiggere l'altro. 

Riccardo, stanco di questa situazione, si cercò un alleato formidabile per sconfiggere definitivamente Federico. Si addentrò nella Foresta Tenebrosa dove vivevano i maghi addestratori di draghi. Chiese di poter vedere il mago supremo, il mago di tutti i maghi, si fece perquisire dalle sentinelle e gli  chiese un drago per sconfiggere un suo rivale; in cambio gli avrebbe dato in dono il castello del suo nemico sconfitto.
Mentre Federico era tranquillo nel suo castello si sentì un boato e il cielo si oscurò e subito dopo una palla di fuoco colpì la torre più alta del suo palazzo regale dove era la principessa Bianca che era promessa sposa di Federico.
Federico alzò gli occhi al cielo e vide il suo avversario in sella a una bestia enorme che teneva avvinghiata nella coda la sua adorata principessa e che con le sue ali riusciva a coprire la luce del sole. Per la prima volta nella sua vita, Federico ebbe paura, capì, proprio nel momento in cui anche una seconda torre venne abbattuta, che questa volta ci sarebbe stato un vincitore e non sarebbe stato lui. Riccardo se ne andò in sella al suo drago mentre davanti al castello di Federico era rimasta una bottiglia con un messaggio dove era scritto : ”Abbandona il tuo castello, tutte le tue terre e tutte le tue ricchezze se vuoi salva la tua vita e quella dei tuoi sudditi” Federico capì che per il momento non era più possibile abitare nel suo castello perché Riccardo avrebbe continuato a distruggerlo.
Partì insieme al suo fedele compagno di avventure Arturo, il suo scudiero, per cercare altrove la soluzione al suo problema, aveva bisogno di un aiuto fuori dal comune per riportare la pace nelle sue terre. Mentre si allontanavano erano consapevoli che Riccardo li avrebbe ostacolati con soldati e trappole lungo il loro cammino.

Purtroppo le cose per il nostro cavaliere andavano di male in peggio…
Federico e il suo scudiero andarono incontro a numerose peripezie... 
Fra tutte la più paurosa, terribile e raccapricciante fu lo scontro con i Troll fantasma delle Lande Oscure. Mentre attraversavano le lande sentirono dei fruscii tra gli alberi… d’un tratto furono accerchiati da molti Troll. I Troll erano esseri bassi e tozzi, avevano gli occhi lucidi e dei lunghi nasi, dei vestiti fatti con delle foglie di vilmillion color bianco e con un bastone che aveva all'estremità una pietra azzurra un po’ scheggiata. Ogni essere abitava in una specie di sacca enorme fatta di capelli magici appese su degli alberi molto alti. Lo scontro con mille Troll non fu per niente facile per i due paladini… La battaglia iniziò, tra colpi di spada, incantesimi e azioni veloci i due giovani riuscivano a stento a contrastare le magiche creature.ma con l’arrivo dei supporti nemici ebbero  la peggio e furono quasi catturati… i Troll  stavano preparando qualcosa di veramente malvagio per sconfiggerli, quando comparve una luce dal cielo che accecò tutti. Quando Federico si riprese non riusciva a credere ai suoi occhi… sulle loro teste stava volteggiando un uccello con le piume dai mille colori, in groppa a questo, una gracile nonnina sembrava lanciare incantesimi di ogni tipo verso gli abitanti della Lande: i nemici venivano immobilizzati, tramutati in farfalle o vasi da fiore. La situazione improvvisamente si ribaltò, in piedi rimase solo il re dei piccoli esserini che stava per fuggire e nascondersi, ma con una speciale abilità della sua spada Federico lo catturo facendo spuntare dal terreno delle grosse radici che lo intrappolarono formando una solida gabbia. il variopinto uccello volteggiò fino ad atterrare vicino ai nostri eroici amici, la nonnina saltò giù dalla sua cavalcatura con un agile salto e gli si presentò: era la maga dei cieli che rivelò al giovane principe il motivo di tanto aiuto: Federico all'inizio del suo viaggio aveva liberato dalle grinfie di un orchidea carnivora gigante un piccolo uccellino dorato, che era il suo adorato animale da compagnia. Ringraziato abbondantemente la signora, Federico, volle parlare con il re dei Troll al quale chiese il perché di tanto  accanimento. Il re si stupì: capì allora che non era stato il principe Federico a rapire il fratello ma Riccardo lo aveva raggirato per ostacolare Federico. 
Il principe decise che da quel giorno in poi   avrebbe viaggiato per scoprire posti nuovi e cose nuove .però un giorno si stancò di viaggiare perché era sempre solo e Federico voleva un po’ di compagnia quindi decise di tornare a casa  …. ma proprio mentre tornava a casa vedette un altro cavaliere e le disse : -CIAO CHI SEI !!? 
il cavaliere un po’ sconvolto le rispose : -IO MI CHIAMO GIOVANNI E SONO QUI PER SCONFIGGERE RICCARDO! 
Allora Federico le rispose : -ANCHE IO UN TEMPO VOLLI SCONFIGGERE RICCARDO MA NON CI SONO MAI RIUSCITO.
Così Giovanni penso che sarebbero potuti andare insieme sul monte più alto di tutti a cercare la spada di fuoco perché solo con quella spada si potevano sconfiggere le persone più forti .Decisero di andare , ma salire la montagna non era molto facile perché c’erano molti dirupi e in più li faceva molto,ma davvero molto freddo . Però dopo molta difficoltà arrivarono in cima alla montagna . I due cavalieri vedettero la spada ma aspettarono un paio di minuti prima di prenderla perché gli sembrava una cosa troppo strana lasciare la spada più potente del mondo incustodita . Infatti dopo vari minuti apparve un elfo che le chiese :  --COSA CI FATE QUI !! 
i due risposero in coro : -SIAMO VENUTI QUI PER PRENDERE LA SPADA DI FUOCO !! L’ elfo rispose : SE VOLETE LA SPADA DOVRETE RISPONDERE ONESTAMENTE A QUESTA DOMANDA È DECIDERÒ SE POTRÒ DARVI LA SPADA, LA DOMANDA È: CHI DOVETE SCONFIGGERE CON QUESTA SPADA E PERCHÉ  ?! Io due cavalieri risposero : NOI DUE CON QUESTA SPADA DOVREMMO SCONFIGGERE IL CAVALIERE RICCARDO PERCHÉ RUBA IL DENARO ALLE PERSONE CHE NON NE HANNO E LO DÀ AI RICCHI E, IN PIÙ, HA UCCISO MOLTE PERSONE . L'elfo decise di dare loro la spada perché le sembrava un motivo più che valido per sconfiggere il cavaliere Riccardo . I due cavalieri ringraziano l'elfo e si incamminarono per cercare RICCARDO . Dopo una lunga camminata, i due valorosi cavalieri videro da lontano il meraviglioso castello di Riccardo, il quale aveva come difesa della sua dimora un grande drago spinoso a due teste. Federico e Giovanni, però, non si fermarono e continuavano imperterriti la loro camminata. Quando arrivarono davanti al portone principale, però li accolse il drago, sputando una grossa fiammata verso di loro, ma essi si 
salvarono grazie allo scudo di ossidiana creata dalla spada, i due quindi, con grande agilità salirono in groppa al drago e, insieme, con un colpo al cuore, uccisero il drago, il quale cadde a terra scatenando il panico tra gli abitanti. Riccardo si accorse che i suoi rivali erano riusciti a penetrare le mura del castello e, lui stesso decise di andare a combattere… Una volta arrivato sul campo di battaglia, i due cavalieri della spada di fuoco attaccarono Riccardo, così iniziò una battaglia senza esclusione di colpi. Però i due amici, avevano una cosa che il loro rivale non aveva: L’ AMICIZIA! I due amici presero coraggio e con un gran colpo al petto, uccisero Riccardo, che cadde a terra causando un gran boato nell'aria affannosa del combattimento.

Francesco e la chiave magica

Ciao ragazzi,
sono pronti i primi racconti collettivi a distanza che avete scritto nelle scorse settimane. Buona lettura!

Francesco e la chiave magica

di Francesco, Francesca, Francesca, Francesca Pia.

  Un giorno un bambino di nome Francesco che aveva dodici anni, andò al parco e vicino all'altalena trovò una chiave molto piccola e sospettosa; la prese, i primi giorni sembrava una chiave normalissima, ma con il passare delle settimane  diventò magica e luccicante, tanto da accecare gli occhi di chi la guardava. Allora Francesco, insospettito, cominciò a cercare spiegazioni; trovò che questa piccola chiave portava ad una porticina su un monte. Lui curioso si recò lì, e trovò questa piccola porticina: era in legno decorata con molti fiori tra cui girasoli, orchidee, rose spinose e foglie di edera. Aprì la porta ed entrò.

 Trovò un mondo pieno di draghi e altre creature, come elfi e folletti. Tra tutte le  creature che c’erano fece amicizia solo con un drago di nome Drack che significa coraggioso e potente. Esso abitava in una grotta vicino ad un castello dove viveva un mago, il drago capì il suo piano e  lo disse a Francesco. Si trattava di un’idea molto malvagia: il mago voleva che chi raccoglieva la chiave arrivava in quel mondo, così lui lo poteva imprigionare e trasformarlo in drago,elfo o folletto come gli abitanti di quel luogo. Visto che il capo di quel mondo era il mago,  se Francesco lo avesse sconfitto sarebbe diventato il re e, il mago, sarebbe diventato uno schiavo. Drack, che aveva sentito tutto, decise di aiutare il ragazzo in questa impresa. Così, Francesco e il mago si diedero appuntamento.


Il giorno dopo si diedero  appuntamento vicino ad una piazza spaventosa , buia, piena di ragnatele, i teschi e di candele accese; chiamata “PIAZZA delle TENEBRE” .Francesco era molto ansioso e tutta  la notte non aveva dormito .La mattina dopo, Drack e Francesco si recarono lì,ma il drago si nascose dietro ad un grandissimo casolare abbandonato che si trovava vicino alla piazza .Francesco era molto teso ma pronto a sconfiggere il mago , avanzò  e i due cominciarono a litigare . Il ragazzo pensava che il mago era molto più forte di lui perché con la sua bacchetta magica poteva far accadere cose mai viste al mondo . Il ragazzo però non sapeva che con l’arma fornita da Drack poteva sconfiggere  chiunque.Allora Francesco e il mago cominciarono a combattere.


Appena Drack vide che una freccia del mago lanciata verso Francesco stava per colpirlo, alzò le ali, andò ad aiutarlo e fece in modo che la freccia arrivasse al muro e non colpisse lui. Il mago dopo la delusione di non averlo colpito, scagliò una maledizione contro di lui: non sarebbe mai più riuscito ad uscire da quel luogo magico.Invece,non fu così perché il drago aveva ascoltato tutte le intenzioni del mago e sapeva che per uscire da quel luogo sarebbe dovuto andare a recuperare una chiave molto importante che si trovava nel suo magico castello. Appena riuscì a trovare la chiave corse ad aprire la porta,sconfissero il mago con un colpo di spada e Francesco diventò il re di quella piccola città che aveva scoperto.