Guarda attentamente la carta, riassume la situazione politica mondiale negli anni della Prima Guerra Mondiale. Come vedi l'impero Russo è enorme e si estende dall'Europa all'Oceano Pacifico.
La situazione politica in Russia agli inizi del 1900
Agli inizi del secolo in molti Stati europei era iniziato un processo di innovazione economico (la rivoluzione industriale) e politico (le monarchie assolute si erano trasformate in monarchie costituzionali, in alcuni casi in repubbliche. Un indicatore di questo cambiamento è la legge sul suffragio universale, cioè la possibilità di votare per tutti i cittadini. In molti Stati europei agli inizi del secolo sono promulgate leggi che estendono a un numero sempre crescente di cittadini il diritto di voto (in Italia nel 1912 è approvato il suffragio universale maschile), questo significa che lo stato sta diventando democratico, cioè basato sulla partecipazione dei cittadini.
La Russia di inizio secolo è ancora uno stato assoluto, governato da un imperatore che si chiama Zar.
Lo Zar Nicola II |
La Russia zarista si trovava in condizioni ben più arretrate di quelle delle altre nazioni europee;
l'immenso impero, composto da oltre cento nazionalità diverse, era ancora un paese contadino e
arretrato, dove la servitù della gleba era stata abolita solo nel 1861, privo di efficienti linee di
comunicazione e scarsamente industrializzato.
Quando lo zar decise di dare impulso alla industrializzazione del Paese, anche in Russia, come in tutti gli stati europei, scoppiò la questione operaia.
Il partito Socialista russo diviso tra bolscevichi e menscevichi
Gli operai invece erano organizzati nel partito socialista, dove convivevano un'ala
riformista (menscevichi) e una rivoluzionaria (bolscevichi).
Contro lo zar era anche la borghesia del Paese che chiedeva riforme democratiche sulla scia di quanto stava succedendo in Europa. Bada bene che la parola "borghesia" indica una classe sociale nella quale rientrano tutti coloro che non sono nobili (e quindi vivono dei beni che hanno ereditato) e che non sono operai (e quindi lavorano nelle fabbriche); dunque un mercante, un artigiano, un medico, un avvocato rientrano tutti in questa categoria. Nel linguaggio marxista indica invece chi ha una quantità di denaro sufficiente a possedere mezzi di produzione. In tal senso è sinonimo di capitalista.
La Duma e la rivoluzione di febbraio
La sconfitta militare con il Giappone (1904-05) ebbe gravi ripercussioni all'interno: il paese fu
sconvolto per tutto il 1905 da una serie di agitazioni, scioperi che indussero lo zar a promettere la convocazione di un Parlamento, dai poteri però molto limitati (Duma).
manifestazioni del 1905 |
La Duma di san Pietroburgo |
L'entrata nella Prima guerra mondiale, determinata oltre che dalle alleanze con Francia e Gran Bretagna anche dalla volontà di espansione nei Balcani si rivelò un disastro.
Nel 1916 l'esercito russo era in ritirata lungo tutto il fronte e aveva dovuto cedere la Polonia e la Lituania alle truppe austro-tedesche in avanzata. Quando, durante l'inverno 1916-17, le condizioni si fecero insostenibili, le manifestazioni divennero più decise e nel marzo 1917 si determinò l'insurrezione popolare a Pietrogrado, che l'esercito si rifiutò di reprimere (rivoluzione di febbraio, con riferimento al calendario giuliano in uso nella Russia zarista). La Duma costituì un governo provvisorio, lo zar Nicola II dovette abdicare e fu proclamata la repubblica.
Operai armati e soldati scortano i poliziotti catturati a Pietrogrado nel 1917 |
Folla davanti alla Duma |
Contemporaneamente si formarono in tutto il paese dei consigli (soviet), formati da rappresentanti
di operai, contadini, soldati, che cercarono di dare un'organizzazione agli insorti.
Il nuovo governo guidato da A.F. Kerenskij e dominato dai moderati (menscevichi,
socialrivoluzionari, esponenti della borghesia) non mantenne le promesse fatte agli insorti,
rimandando di giorno in giorno la distribuzione delle terre e non mantenendo l'impegno di una
pace immediata con la Germania.
riunione dei soviet di Pietrogrado |
Tutto il potere ai soviet: la rivoluzione d'ottobre
Lenin |
Il capo dei bolscevichi, Lenin, lanciò la parola d'ordine dell'insurrezione, "Tutto il potere ai soviet" (i
soviet, unica e autentica espressione della volontà popolare, avrebbero dovuto assumere il
governo del paese, concludere la pace, confiscare le terre e distribuirle ai contadini). Il 6-7
novembre (24-25 ottobre secondo il calendario giuliano e da ciò la denominazione di rivoluzione
d'ottobre) il governo Kerenskij venne rovesciato e i suoi membri arrestati o costretti alla fuga.
Lenin si pose a capo di un nuovo governo e firmò i decreti di cessazione delle ostilità e di
distribuzione, mediante esproprio senza indennizzo, della grande proprietà terriera. Il potere
sovietico si affermò rapidamente in tutto il paese e il partito bolscevico assunse il nome di partito
comunista. Nel giro di due mesi vennero promulgati importanti provvedimenti: dichiarazione dei
diritti dei popoli e delle nazionalità, costituzione della polizia politica, fondazione dell'armata rossa, nazionalizzazione delle banche, annullamento dei debiti e crediti verso l'estero, adozione del
calendario gregoriano, armistizio di Brest-Litovsk e trasferimento della capitale a Mosca. L'impero
zarista non esisteva più: l'armistizio significò la perdita di Polonia, Finlandia, Ucraina, paesi baltici
e di parte della Bielorussia. Poco dopo anche Georgia, Armenia e Azerbaigian si costituirono in
repubbliche indipendenti. Il governo sovietico dovette affrontare la prova della guerra civile (1918-
20), scatenata dai controrivoluzionari (bianchi). In questi anni di terrore (Terrore bianco contro
Terrore rosso) la capitale fu trasferita da Pietrogrado a Mosca e venne decisa la condanna a
morte dello zar e della sua famiglia.
URSS
Nel 1922 il nuovo stato prese il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).
Lenin morì nel 1924. Tra i suoi possibili successori (Trotzki e Stalin) prevalse Stalin, che varò una
vera e propria "seconda rivoluzione", basata sulla rapida industrializzazione e sulla
collettivizzazione forzata delle terre.
Stalin governò da dittatore, eliminando i suoi nemici politici e ogni oppositore alla sua politica. Coloro che erano sospettati di andare contro il governo venivano eliminati o spediti in Siberia in campi di lavoro.
Dal punto di vista economico il paese crebbe in modo impressionante: in 15 anni un paese agricolo, semianalfabeta e in miseria divenne la seconda potenza industriale dopo gli Stati Uniti.