sabato 20 febbraio 2016

Storia di Yvan Sagnet

 Ecco il documentario di Carlo Lucarelli su Yvan Sagnet che abbiamo visto in classe. Come compito per mercoledì (IIIF) dovete scrivere una lettera a un vostro amico nella quale raccontate la storia di Yvan. Ricordate che la lettera è una cosa diversa da un riassunto, dovete esprimere le vostre riflessioni personali e "dialogare" con il vostro interlocutore.



2 commenti:

  1. Ciao, questa è la mia lettera:

    Cara Marta,
    È da un po’ che non ci sentiamo, come stai? Io bene. Come va a scuola lì da te? Da me qui va benissimo. Ci prepariamo per l’esame che affronterò fra qualche mese, studiando in francese Parigi, in inglese il Regno Unito, in matematica i numeri relativi, in storia il fascismo, in geografia l’Africa e in italiano la d.u.d.u. ( dichiarazione universale dei diritti umani).
    Oggi volevo parlarti dei diritti umani, diritti con cui nasciamo e di cui nessuno può privarci. A scuola stiamo approfondendo l’argomento con il nostro prof d’italiano. Abbiamo letto molte storie che violano questi diritti, ma una in particolare mi ha colpito quella di Yvan Sagnet, un ragazzo schiavizzato.
    La sua storia cominciò in Africa, dove lui viveva, ascoltando i mondiali dell’Italia in macchina con suo padre poliziotto. Pian piano si appassionò alla nazionale e poi al Paese. Si trasferì a Torino per studiare nella famosa università, il Politecnico. Dopo qualche mese perse la borsa di studio e non potendo mantenersi un suo amico gli consigliò di andare in Puglia per la stagione della raccolta dei pomodori. Yvan seguì il consiglio e andò lì. Ci mise un po’ a capire che era stato un grosso sbaglio, lavorava dalle quattro della mattina fino alle sette di sera, dormiva in condizioni pietose e veniva pagato 3,50 € a cassone che riempiva. Lui era molto lento e ne riempiva solo tre o quattro al giorno perché gli facevano male le mani la schiena e le gambe. C’era un altro uomo che riusciva a riempire fino a dieci cassoni al giorno e guadagnava intorno ai 35€, solo che c’era un problema, dovevano pagare per andare con la macchina fino al campo, il panino 2€, l’acqua, e se stavano male per andare in ospedale 20€. Un incubo. Quindi di questo “stipendio” gli rimanevano solo pochi euro. Un giorno il caporale e il proprietario terriero si sono recati lì, dove lui lavorava con altri amici, e gli ordinarono di raccogliere i pomodori uno a uno perché erano rossi e molto buoni. Yvan rispose “NO” e lì cominciarono liti. Il caporale lo minacciò e lo insultò davanti a tutti mentre il proprietario guardava. Fecero uno sciopero, il “PRIMO SCIOPERO DEI LAVORATORI STRANIERI”. Andarono tutti felici alla questura, ma ne ritornarono giù di morale perché, parlando con la polizia, non sapevano neanche cos’era un caporale. Yvan era” il capo della rivolta” e lo invitarono a dormire alla Masseria. Tutti i suoi amici rimasero al villaggio. Si ribellarono e lo minacciarono. Ma un giorno gli arrivò un messaggio, era di uno di loro. Gli chiedevano scusa. Ora Yvan Sagnet vive a Torino e fa il sindacalista, ovvero protegge i diritti dei lavoratori.
    Spero che non ti sia annoiata leggendo questa lunga storia, ma volevo solo farti sapere cosa succede sotto i nostri occhi e non ce ne accorgiamo. Quanti dei diritti dei lavoratori sono violati. Ma ci sono per fortuna uomini coraggiosi come Yvan.
    Non vedo l’ora che arrivi quest’estate!
    Da tua cugina Martina Lupinacci

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  2. 23/02/2016
    Da Francesco Zicarelli
    Caro Matteo
    In questi giorni sono un po’ turbato, e ti scrivo per condividere con te questo mio stato d’animo. Come ti dicevo abbiamo visto un filmato di Yvan Sagnet. Anche ti avrai studiato i diritti umani, e credo che potresti aiutarmi! =) Ora ti racconterò la storia di Yvan… è un ragazzo che è venuto in Italia per studiare ingegneria al politecnico di Torino, università molto famosa, però rimase indietro di due esami e perse la borsa di studio e l’alloggio. Doveva guadagnare dei soldi così inizio a fare piccoli lavoretti. Un suo amico gli consigliò di andare a raccogliere i pomodori, e così iniziò a raccogliere pomodori in Puglia per pochi soldi. Ma lui non accettava condizioni così pessime. Instituì uno sciopero, molte associazioni parteciparono all’impresa per istituire una legge contro il caporalato in Italia, ma ebbero solo delusioni e la gente accusava Yvan di fatti non veri così abbandonò il lavoro… Pochi anni dopo Yvan si laureò e poi venne istituita una legge contro il caporalato… Ti è piaciuta questa storia? Bhe, adesso non continuo per non annoiarti, aspetto tue notizie, e spero di rivederci presto =)

    Baci e abbracci….
    Francesco Zicarelli

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